Per respirare meglio e mantenere salubri i nostri ambienti è sufficiente mantenere la temperatura a 19-20°C, aprire le finestre e utilizzare dispositivi per la depurazione e purificazione dell’aria

È MEGLIO SAPERE CHE…

Tutte le sostanze nocive e gli agenti inquinanti che possiamo trovare dentro casa, tra cui anche quelle nominate nel precedente articolo come possibili cancerogene, vengono comunemente chiamate “Composti Organici Volatili” (VOC, dall’acronimo inglese di “Volatile Organic Compounds”).

Come abbiamo già visto la settimana scorsa, tali sostanze sono spesso invisibili ed inodore, rappresentando per noi delle scomode compagne di vita.

Quello che non è ancora stato detto è che tali composti sono fortemente sensibili al calore di casa, infatti la pressione di vapore dei VOC risulta esponenzialmente proporzionale alla temperatura ambiente.

Immaginiamo, ad esempio, di mettere a scaldare sui nostri fornelli una pentola d’acqua: a mano a mano che la temperatura aumenta, l’acqua del contenitore evapora sempre di più velocemente per propagarsi poi in tutta la cucina. La pressione di vapore è la forza con cui le molecole d’acqua tendono a uscire dal loro stato liquido trasformandosi in vapore.

Possiamo dire che i VOC si comportano come l’acqua: all’aumentare della temperatura aumenta esponenzialmente la loro evaporazione, e quindi la loro pressione di vapore.

SUGGERIMENTI

Alzando il nostro “termostato ambiente” anche solo di pochi gradi, aumentiamo sensibilmente la probabilità di respirare dentro casa notevoli quantità di molecole inquinanti, che vanno inevitabilmente a influire in modo negativo sulla salubrità degli ambienti confinati.

Fortunatamente non tutti i mali vengono per nuocere, infatti possiamo girare a nostro favore questa preziosa conoscenza appena acquisita: teniamo la temperatura di casa a 19 – 20°C, senza portarla quindi a valori troppo elevati, e respireremo sicuramente meglio diminuendo molte sintomatologie legate al discomfort climatico come mal di testa, affaticamento e/o irritabilità.

È chiaro che per il nostro benessere psicofisico dovremmo eventualmente preoccuparci di vestirci in maniera più pesante anche tra le mura domestiche.

Tale atteggiamento virtuoso comporterà contestualmente anche un notevole risparmio in bolletta.

L’altra cosa che possiamo sicuramente fare per migliorare la qualità dell’aria indoor è aprire le finestre in modo da agevolare il ricambio d’aria.

Il consiglio di questa buona abitudine deriva dalla considerazione, già emersa nel corso della nostra discussione sull’inquinamento indoor, che dentro casa abbiamo una concentrazione inquinante fino a 5 volte superiore rispetto all’esterno.

Arieggiamo spesso i nostri locali, anche d’inverno per pochi minuti; aiutiamoci magari inserendo un semplice igrometro dentro casa che ci indichi il livello di umidità interna raggiunto (magari dopo aver cucinato, fatto una doccia o steso i panni in lavanderia). Quando l’igrometro segnerà il 65% di umidità relativa, sarà il momento di aprire le finestre.

STRUMENTI UTILI

Analogamente è possibile acquistare a pochi euro un misuratore di CO2 (anidride carbonica) che ci aiuti nell’operazione di apertura/chiusura dei nostri serramenti: quando l’apparecchio segnerà 1.100 ppm (parti per milione) vorrà dire che il locale comincerà a essere saturo dell’anidride carbonica generata dagli occupanti o dai processi di combustione o cottura in esso svolti. Quando non è possibile arieggiare i locali, è opportuno l’uso dispositivi di depurazione e sanificazione dell’aria.

Questi e altri consigli per mantenere salubri i nostri ambienti saranno affrontati nel corso delle settimane con il proseguo dell’approfondimento conoscitivo sulle sostanze inquinanti.

Architetto Leopoldo Busa,
esperto in qualità dell’aria indoor