Una delle domande che ci viene rivolta più spesso è se i nostri dispositivi sanificanti utilizzano, producono o rilasciano ozono. La domanda in effetti è legittima e nasce anche da una confusione tra tecnologie di sanificazione come la ionizzazione e l’ozonizzazione, che sono tra loro molto diverse, per “materia prima”, effetti, conseguenze e utilizzo.

Cos’è l’ozono

L’ozono è un gas composto da 3 atomi di ossigeno. Per capirci, le normali molecole di ossigeno (O2), del tipo che respiriamo, hanno invece, due atomi di ossigeno. Questo terzo atomo rende l’ozono fortemente instabile, molto incline a reagire chimicamente con altre sostanze e, in determinate concentrazioni, in grado di abbattere microrganismi e particolari odori. L’ozono si decompone spontaneamente in presenza di materiali ossidabili, umidità e superfici solide.

L’ozono si trova naturalmente nell’atmosfera: si forma nella stratosfera quando, a causa della luce solare, le molecole di ossigeno (O2) si rompono e si riformano come molecole di ozono (O3). 

Chiamato comunemente “ozono buono”, l’ozono della stratosfera protegge persone, alberi, raccolti, proprietà e microrganismi dagli effetti nocivi della luce ultravioletta del sole. Questo ozono benefico è, però, stato parzialmente distrutto dalle sostanze chimiche prodotte dall’uomo, causando quello che viene chiamato “buco nell’ozono”. 

L’ozono a livello del suolo, invece, è generato da reazioni chimiche tra ossidi di azoto (NOx) e composti organici volatili (VOC). Ciò accade quando gli inquinanti emessi da automobili, centrali elettriche, caldaie industriali, raffinerie, impianti chimici e altre fonti reagiscono chimicamente in presenza della luce solare. È più probabile che l’ozono raggiunga livelli malsani nelle calde giornate di sole negli ambienti urbani, ma può comunque essere presente durante i mesi più freddi. L’inquinamento da ozono nell’aria, quando è in elevate concentrazioni, è dannoso per la salute  delle persone e per l’ecosistema in generale, causando problemi respiratori e polmonari, danneggiando la vegetazione sensibile durante la stagione di crescita.

Differenza tra ionizzatori e ozonizzatori

Gli ozonizzatori sono macchine costruite per produrre esclusivamente ozono con l’obiettivo di sfruttarne la capacità ossidativa  per decontaminare gli ambienti.  È importante sapere che, per poter eliminare i microrganismi ed essere efficace, l’ozono deve essere in concentrazione tale da risultare nociva anche per la salute dell’uomo.

La sanificazione degli ambienti di lavoro tramite ozono deve avvenire in assenza di persone, utilizzando una dose e un tempo di impiego sufficienti a eliminare i microrganismi e virus ma con effetti  di  deterioramento  minimi  sui  materiali. È infatti  noto  che  concentrazioni  ambientali  di  ozono  accettabili per la salute umana possono essere non sufficientemente efficaci come sanificanti (Fonte: Utilizzo professionale dell’ozono anche in riferimento a COVID-19 –  Gruppo di lavoro ISS-INAIL)

Per questo motivo gli ozonizzatori a concentrazioni elevate non possono restare accesi in modo continuativo e in presenza di persone.

I dispositivi che utilizzano la tecnologia Jonix Non Thermal Plasma sfruttano, per decontaminare l’aria e le superfici, una forma evoluta di ionizzazione. La ionizzazione è un sistema naturale di purificazione dell’aria che si verifica in particolari condizioni atmosferiche, come durante un temporale.  In questi casi la scarica elettrica dei fulmini libera particelle caricate elettricamente: elettroni, ioni, atomi e molecole che, scontrandosi tra loro, producono specie ossidanti in grado di aggredire e dissolvere le sostanze inquinanti presenti nell’aria. Nei dispositivi Jonix la sanitizzazione avviene tramite il Non Thermal Plasma: mediante opportuni attuatori brevettati, viene generato un plasma freddo, ossia un plasma a temperatura ambiente (ben diverso da quello che si realizza ad esempio sul sole, che invece è un plasma termico). Tale plasma freddo ionizza l’aria che entra in contatto con gli attuatori: le molecole che costituiscono l’aria vengono così “attivate” perché “frammentate” in specie reattive (elettroni, specie radicaliche, ioni, ecc); queste specie reattive producono numerosi processi chimici e fisici tra cui l’ossidazione e la disgregazione delle molecole inquinanti e dei microrganismi dispersi nell’aria e sulle superfici. 

La ionizzazione evoluta dei dispositivi Jonix è un sistema di sanitizzazione che, a differenza dell’ozonizzazione, può essere utilizzato in modo continuativo e prolungato, in presenza di persone, senza effetti collTabella ozonoaterali, seguendo le ottimali indicazioni di dimensionamento del dispositivo. Tramite Jonix Non Thermal Plasma gli ambienti (aria e superfici) sono in continua decontaminazione, anche durante la presenza e il passaggio delle persone.

Sistema di sanitizzazioneOzonizzazioneIonizzazione evoluta
Principio attivoOzonoNon Thermal Plasma
Presenza di personeNo
Tipo di decontaminazioneOne shot: l’ambiente è decontaminato al momento dell’operazione di sanitizzazioneProlungata e continuativa: l’ambiente continua a decontaminarsi per tutto il tempo di funzionamento del dispositivo
Effetti collateraliSì, se in concentrazioni elevate (necessarie, però, alla bonifica)No, se garantito il giusto dimensionamento e funzionamento rispetto all’utilizzo
Necessità controllo e gestione specialisticaNo

I Jonix producono ozono?

I dispositivi JONIX, come abbiamo appena visto, utilizzano la tecnologia Non Thermal Plasma per generare le specie reattive ossidanti, che hanno la funzione di sanitizzare e decontaminare aria e superfici. 

JONIX ha sviluppato 3 brevetti per tutelare le specificità dei propri generatori di Non Thermal Plasma: si tratta, infatti, di elementi che utilizzano tensioni e frequenze tali da minimizzare la produzione di ozono. Rispetto agli ozonizzatori, che sono progettati e gestiti con geometrie e alimentazioni elettriche per massimizzare la produzione di ozono, i generatori Jonix perseguono invece l’obiettivo contrario, e cioè limitare la concentrazione di ozono rispetto ad altre specie. Per i dispositivi Jonix la produzione dell’ozono è, dunque, un aspetto secondario, volutamente limitato al minimo e sempre molto al di sotto dei parametri indicati in normativa (50 ppb – WHO 2005 & standard IEC 60335-2-65).

Inoltre, come per qualsiasi dispositivo che si voglia utilizzare ai fini della sanificazione o dell’abbattimento di specie biologiche o chimiche, è importante il dimensionamento ed il tempo di utilizzo rispetto alle volumetrie da trattare ed alle cariche inquinanti.
In breve: i dispositivi JONIX, se correttamente posizionati e dimensionati rispetto alle volumetrie del locale da trattare, permettono di avere concentrazioni di ozono nell’ambiente inferiori ai più severi limiti consigliati dalle linee guida internazionali.