Se assimilata in piccolissime dosi per molto tempo, la formaldeide può causare patologie degenerative. Ma ridurne la quantità presente nelle nostre case è possibile, sempre adottando qualche piccolo accorgimento

È DAVVERO POSSIBILE “ELIMINARE” LA FORMALDEIDE?

La scorsa settimana abbiamo affrontato le dinamiche dell’inquinamento indoor da formaldeide descrivendone le principali fonti, approfondendo le norme italiane in grado di limitarla ed elencando le possibili soluzioni per “eliminarla” da casa.

Virgolettiamo oggi il termine “eliminarla” in quanto debellare completamente la formaldeide dai nostri ambienti domestici è praticamente impossibile: sarebbe come pretendere di respirare dentro casa meno anidride carbonica di quanta se ne trovi normalmente fuori.

Ricordiamo che le concentrazioni inquinanti interne sono sempre più alte rispetto a quelle esterne o, al limite, le medesime (salvo casi molto particolari che non contemplano il settore residenziale).

In linea generale è possibile fissare per l’Italia un valore medio di formaldeide, rintracciabile in ambiente residenziale indoor, di 30 μg/m3. Tale valore si contrappone a una concentrazione outdoor di circa un quinto, ovvero 6 μg/m3. Questo dato ci permette di capire benissimo che il livello minimo di formaldeide riscontrabile in Italia dentro casa non potrà mai arrivare a zero, e difficilmente potrà essere inferiore a 6 μg/m3.

La tossicità della formaldeide è risaputa, ma chiariamo subito che per una stessa sostanza possono esserci diversissime conseguenze sull’organismo a seconda che se ne assimilino grandi quantità per poco tempo, o piccole dosi per lunghi periodi. Nel secondo caso, molto spesso, le conseguenze sono ben peggiori rispetto al primo.

L’altro fattore da capire è che non esiste sempre una relazione diretta tra causa ed effetto per un’unica sostanza, piuttosto bisogna interpretare il fenomeno come un’azione sinergica di più inquinanti che, statisticamente, può aumentare il rischio di sviluppare una patologia.

COSA PROVOCA LA FORMALDEIDE?

La formaldeide può essere assorbita dall’organismo per inalazione. Se assimilata in grandi dosi per poco tempo è gravemente irritante per gli occhi, le mucose e il tratto respiratorio; può causare copiosa lacrimazione, vista offuscata, arrossamento, tosse, mal di testa e respiro affannoso.

La stessa sostanza, assimilata per piccolissime dosi nell’arco di un’intera esistenza, può invece indurre patologie degenerative ben più gravi. Gli effetti cronici di un’esposizione continua a formaldeide (anche a basse dosi) sono stati riassunti nel 2004 dallo IARC (International Agency for Research on Cancer), che ha inserito questa sostanza nel suo Gruppo 1 “Sostanze cancerogene accertate per l’uomo”. Il limite tossicologico minimo o Lowest Concentration of Interest (LCI), soglia sotto la quale la formaldeide non arreca conseguenze sull’organismo umano anche se assimilata per lunghissimi periodi, è 10 μg/m3.

SUGGERIMENTI E STRUMENTI UTILI PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELL’ARIA INDOOR

Come già affermato nell’articolo della scorsa settimana, per migliorare la qualità dell’aria indoor e ridurre la quantità di formaldeide all’interno delle nostre case possiamo utilizzare diverse soluzioni.

La soluzione definitiva, però, è utilizzare dispositivi di nuova generazione che utilizzino tecnologie nuove per decomporre e quindi eliminare la formaldeide. Tra queste, la tecnologia Non Thermal Plasma (NTP).

Architetto Leopoldo Busa,
esperto in qualità dell’aria indoor